«L’ho uccisa perché non voleva tornare con me…». L’omicidio di Giulia Cecchettin è l’ultimo atto del controllo esercitato dall’ex fidanzato Filippo Turetta alla sbarra per l’omicidio della ventiduenne di Vigonovo. Il rapporto tra Giulia Cecchettin e l’imputato è
caratterizzato da forte pressione, dal controllo sulla parte offesa, le frequentazioni, le amicizie, le uscite e quanto
accade l’11 dicembre del 2023 è ”l’ultimo di quegli atti” di controllo. In una lista creata da Filippo Turetta, nata
durante un litigio con l’ex fidanzata Giulia Cecchettin, modificata fino a due ore e mezzo prima dell’omicidio
dell’11 novembre del 2023, cancellata dal cellulare all’alba del giorno dopo, c’è la premeditazione del
femminicidio.
Dal 7 novembre all’11 novembre compie ogni giorno un’azione della lista che ha come fine uccidere. Compra il
nastro, si procura coltelli e nastri neri, cerca come navigare online senza essere trovato, compra le mappe per la
fuga, studia come legarla, porta con sé delle provviste, fa l’unico prelievo al bancomat dell’intero anno. Tutti
elementi che concorrono a dimostrare la premeditazione. Giulia Cecchettin è stata aggredita
”ripetutamente”; tutto è durato sei minuti. La polizia tedesca trova Filippo Turetta con l’auto in panne
sulla corsia di emergenza in Germania. A loro dice in inglese: “Ho ucciso la mia ragazza”. La violenza nei
confronti di Giulia però non si è manifestata solo durante la notte dell’omicidio. Il ragazzo invia diverse decine d
messaggi al giorno del tipo ”Ti farò pentire di tutto il male che mi stai facendo” oppure ”Se la mia vita
finisce la tua non vale niente”. Quando Turetta sa che Giulia sta per uscire per andare a mangiare una pizza,
scrive ”non lo fare, è tantissimo, è il limite”. Un’ossessione che porta a crisi di ansia nella vittima.
L’imputato è accusato di omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, crudeltà, efferatezza,
sequestro di persona, di occultamento di cadavere e di stolking. Immobile, con la testa bassa, afferma:
“Ho ucciso Giulia perché non voleva tornare con me, soffrivo di questa cosa. Volevo tornare
insieme e lei non voleva…mi faceva rabbia che non volesse”. Turetta sa cosa vuole. Filippo Turetta
viene condannato all’ergastolo per femminicidio.
Il femminicidio di Giulia Cecchettin, è una tragedia che segna profondamente non solo la vittima, ma tutta la
società. Il femminicidio è l’espressione più drammatica di una cultura che, ancora oggi, tende a
giustificare o a ignorare i comportamenti violenti verso le donne. La morte di Giulia Cecchettin non è
solo il risultato di un rapporto malato, ma è anche il sintomo di un problema sociale più grande: l’incapacità di
riconoscere i segnali di allarme, l’incapacità di dare alle donne lo spazio per raccontare la loro sofferenza,
l’incapacità di fermare chi abusa della propria posizione di potere. Le storie come quella di Giulia, purtroppo,
non sono isolate. Ogni femminicidio porta con sé una riflessione dolorosa sul nostro modo di vivere e di
relazionarci con gli altri. È necessario un cambiamento culturale profondo, che parta
dall’educazione al rispetto, alla parità e alla libertà di scegliere, senza timore. Solo così sarà
possibile interrompere il ciclo di violenza che miete ancora troppe vittime. In questo senso, il
ricordo di Giulia Cecchettin deve diventare una spinta per l’azione, una testimonianza del fatto che la violenza
contro le donne non è un destino inevitabile, ma qualcosa che possiamo e dobbiamo combattere,
ogni giorno. La sua morte deve scuotere in noi le coscienze e ricordarci che la lotta contro il femminicidio
non può fermarsi!
GIULIA CECCHETTIN: L’ENNESIMA VITTIMA PERCHE’
INNAMORATASI DEL RAGAZZO “SBAGLIATO”.
E’ sabato 18 novembre quando il corpo di Giulia Cecchettin viene
trovato nei pressi del lago di Barcis, vicino Pordenone.
INERME E SENZA VITA, facendo così perdere all’Italia intera, che
stava seguendo con passione e fiato sospeso questa tragedia,
l’ultima speranza di un finale lieto….
Ma chi era Giulia ? Giulia Cecchettin era una ragazza, un’amica,
una sorella, una figlia. Una giovane donna di appena 22 anni i cui
sogni sono stati spezzati dalla gelosia irragionevole ed
insignificante di un ragazzo. Studentessa della Facoltà di
Ingegneria di Padova, avrebbe conseguito la laurea proprio pochi
giorni dopo la sua scomparsa, precisamente il 16 novembre 2023 e
aveva il sogno di frequentare anche un corso per diventare
fumettista. Sabato 11 novembre si perdono le sue tracce insieme a
quelle dell’ex fidanzato Filippo Turetta, il principale sospettato
dell’omicidio e l’ultimo ad averla vista viva e che verrà ritrovato in
Germania dopo una fuga durata giorni.
L’AGGRESSIONE Una voce femminile urlava “così mi fai male”,
chiedendo aiuto, poi il testimone ha visto “calciare violentemente
una sagoma che si trovava a terra”, costringerla ad entrare in
macchina e di lì a poco allontanarsi. Il corpo di Giulia viene trovato
avvolto in due sacchi neri con segni di percosse e di ecchimosi e
ripetute coltellate concentrate tra la testa , il viso e il collo. La sera
stessa la polizia tedesca ha arrestato Filippo Turetta in Germania. Il
25 novembre Turetta è stato estradato in Italia, ed incarcerato
presso la casa circondariale di Verona.
IL PROCESSO Turetta ha raccontato di una “lista delle cose da
fare”, come prelevare contante con il bancomat, così come aveva
studiato su internet come evitare che la propria auto fosse
individuata durante la fuga.
IL FINALE La storia di Giulia è quella di una ragazza semplice,
solare, che aveva voglia di vivere e per questo ha lottato con tutte
le sue forze prima di arrendersi al suo carnefice. Ed anche questa
storia ha recato solamente danni alla società facendo innalzare
unicamente i numeri improponibili e surreali delle impressionanti
statistiche che conteggiano, purtroppo, le donne che vengono
massacrate, uccise, perseguitate e violentate ogni anno.
IL FINALE CHE VORREI Non solo le donne devono mostrare il
riscatto, la rabbia e il desiderio di giustizia attuando ed effettuando
manifestazioni e rivolte per ribadire il loro concetto di femminismo!
Anche gli uomini devono accettare la parità formale, il
cambiamento della società e la fine della divisione dei ruoli
sessuali, lo sfruttamento e l’oppressione delle donne e devono
smettere, dopo tutti i casi scandalosi, atroci e orrendi proprio come
questo, di commettere atti feroci che fanno aumentare il numero
delle vittime, donne uccise dalla loro mente malata e disturbata!
Martina Morano, classe 3^ A
Omicidio Cecchettin: Filippo Turetta condannato all’ergastolo #PGC…@Chiara D’Apollo
